LE FIBRE DA FUSTO O DA LIBRO: GENERALITA'

(tratto da Carlo Quaglierini Chimica delle fibre tessili Zanichelli )


La canapa è una fibra liberiana come il lino e la juta, si ricava cioè dai vasi liberiani che si trovano in fasci disposti a cerchio all'interno della corteccia. Esaminando una sezione di fusto di una di queste fibre troviamo all'esterno una corteccia e all'interno una zona centrale cilindrica detta legno. Tra la corteccia ed il legno troviamo due zone. La prima, aderente al legno, rappresenta la zona di accrescimento del fusto ed è detta cambio, la seconda, prossima alla corteccia, è percorsa da fibre formate da vasi legnosi (xilema) e vasi liberiani (floema) (fig. 6.1 pag 114 Carlo Quaglierini Chimica delle fibre tessili Zanichelli).

I vasi legnosi si presentano come dei veri e propri tuboli che trasportano l'acqua e i sali minerali verso i rami e le foglie.

I vasi liberiani, saldati ai vasi legnosi da sostanze pectiche, si trovano normalmente all'esterno rispetto ai primi. Sono costituiti da cellulosa poco lignificata.
Per poter ricavare la fibra, per poter cioè separare i vasi liberiani dalla parte legnosa bisogna rendere solubile la parte pectica e gommosa che li tengono saldati insieme. Si procede con un metodo particolare uguale per tutte le fibre liberiane detto macerazione.



SCHEDA BOTANICA E TECNICA DELLA CANAPA

(tratto da Carlo Quaglierini, Chimica delle fibre tessili, Zanichelli)


generalità

La canapa è una fibra liberiana che si ottiene dalla Cannabis sativa. E' una pianta dioica, in cui i fiori staminiferi (maschili) e i fiori pistilliferi (femminili) crescono su piante separate.

Le piante femminili sono più ramificate e più alte, raggiungendo anche i tre metri; quelle maschili meno ramificate e più piccole. Dalle prime si ricava il seme, dalle seconde un miglior tiglio (tiglio=fibra dura). La pianta femminile ha vita più lunga, dovendo maturare il frutto; è detta canapaccio, mentre quella maschile canavella.

La pianta della canapa, originaria dell'Asia, è coltivata nei paesi a clima temperato; ha bisogno di terreno umido, fertile, ben irrigato. Si semina verso la fine dell'inverno in alternanza con i cereali e viene raccolta in estate inoltrata. Si raccolgono prima le piante maschili e dopo venti giorni quelle femminili.

Per ottenere la fibra la canapa viene raccolta quando il fiore appassisce; per ottenere il seme, quando il frutto ha raggiunto la completa maturazione.


proprietà della canapa

E' una fibra molto resistente (la resistenza indica la capacità di deformarsi senza subire un cambiamento dimensionale permanente) e tenace (la tenacità indica il carico in grammi necessario per romper un filo di finezza standard), molto superiore a quella del lino. E' una fibra poco elastica e piuttosto rigida, perciò i tessuti di canapa si sgualciscono rapidamente. Ha buona conducibilità termica; assorbe e trattiene molta umidità.


macerazione

La macerazione della canapa normalmente è effettuata in bacini di acqua stagnante in cui è tenuta sommersa, o con pietre o con legacci ancorati al fondo. Dopo alcuni giorni, per effetto della macerazione putrida, si leva un cattivo odore che permane sulla canapa fino al candeggio. Per questo i bacini di macero sono detti marcite.


separazione della fibra dal fusto

Dopo la macerazione gli steli sono risciacquati e poi fatti seccare; si passa poi alla decanapulazione, cioè la separazione della canapa dal fusto. Questa si ottiene con due operazioni: la scavezzatura, cioè la rotura meccanica degli steli, e la maciullatura, cioè la battitura per separare la fibra dagli steli frantumati. Come sottoprodotti si ottengono i canapuli, cioè i residui legnosi della canapa ricchi di cellulosa, e la stoppa, cioè i fili più corti con aderenti scorie legnose. La canapa grezza riunita in mazzuoli viene poi avviata alla cernita e alla filatura.
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